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Auto elettriche: Arera ripropone un aiuto per la ricarica domestica, ma è marginale

19 Febbraio 2024

Riparte la “sperimentazione smart” dell’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente (ARERA) e il Gestore dei Servizi Energetici (GSE) per favorire la ricarica elettrica domestica, ma ad un’analisi più attenta, l’aiuto messo in campo è abbastanza marginale. Ma vediamo in cosa consiste la sperimentazione e a quanto ammonta effettivamente il risparmio.

Che cos’è la “sperimentazione smart”

È un’iniziativa avviata nel 2021 voluta dall’Arera e dal GSE per favorire la ricarica privata di notte e nei festivi. L’Autorità ha comunicato la proroga della sperimentazione fino al 2025. L’iniziativa consiste nella possibilità di aumentare la potenza notturna del contatore a 6 kW, mantenendo il contratto di energia elettrica a 3 kW con zero costi per l’ampliamento notturno fino a 6 kW. Sono previsti benefici economici per le ricariche effettuate di notte e nei giorni festivi.

Il giudizio di Adiconsum sull’incentivo

In merito alla sperimentazione smart, il giudizio degli esperti della mobilità elettrica di Adiconsum è stato critico già in passato durante le consultazioni e rimane tale, in quanto facilitare la ricarica domestica con l’innalzamento gratuito della potenza di notte è un’ iniziativa marginale per tre motivi:

  1. il primo, perché le colonnine di ricarica attualmente in commercio sono in grado di gestire la potenza di tensione anche quando sono in uso altri elettrodomestici, senza far scattare il limitatore di potenza anche con soli 3 kW
  2. il secondo, perché di notte qualsiasi abitazione consuma pochissimi kWh e quindi la ricarica dell’auto avviene senza problemi con auto dotate di media potenza (la maggioranza)
  3. il terzo, perché il costo per innalzare la potenza del proprio contatore in modo costante ormai è irrisorio e ne hanno necessità solo auto elettriche con batterie molto capienti che utilizzano maggiore potenza tutto il giorno.

Quali costi per aumentare la potenza del contatore

Lo spieghiamo con un esempio, dati alla mano.

Per passare da 3 a 6 kW di potenza, il costo una tantum ammonta a circa 200 euro comprensivo di IVA, a cui vanno aggiunti ogni mese 5,10 euro per l’aumento da 3 a 6 kW.

Naturalmente, con questi costi si ha la disponibilità di un contatore a 6 kW in tutti gli orari e per utilizzare qualsiasi servizio che necessita di energia elettrica per funzionare.

A quanto ammonta l’agevolazione Arera e che cosa permette di fare

La sperimentazione dell’Arera fa risparmiare l’una tantum di 200 euro e 60 euro l’anno (5,10€ al mese), ma il contatore rimane comunque di 3 kW visto che viene switchato a 6 kW soltanto negli orari notturni e festivi (fascia F3) stabiliti dall’Autorità, solo con determinate Wall Box ed esclusivamente per la ricarica elettrica dell’auto, a differenza di quello che avviene con l’innalzamento di potenza definitivo.

Quali sono i veri problemi dei possessori di auto elettriche e della difficoltà di diffusione di questa alimentazione?

Arera propone un aiuto limitato, dato che i problemi dei possessori di auto elettriche su cui intervenire, almeno con questa tematica, sono altri:

  • gli alti costi dell’energia elettrica (dovuti ai contratti altri usi) per le ricariche effettuate in box o posti auto, cioè in quelle pertinenze non raggiunte dal contatore della propria abitazione. Basterebbe uniformarle alle tariffe residenziali della relativa abitazione
  • le ricariche pubbliche, le cui tariffe a consumo ultimamente sono molto più alte del PUN e lontane dalle tariffe residenziali, nonostante il Parlamento della precedente legislatura avesse chiesto di uniformare, o, comunque di avere tariffe delle ricariche pubbliche e residenziali simili tra loro. Sarebbe ora di sperimentare una tariffa dell’energia elettrica dedicata alla mobilità privata, come da noi richiesto in più occasioni, rimanendo purtroppo inascoltati.

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