Terza età: quali opportunità e tutele

30 Ottobre 2018

Non c’è età nella quale si può a fare a meno delle tutele, neanche quando si è nella Terza Età, così si dice di coloro che hanno superato i 65 anni. È questo il senso della 15ma guida realizzata da Adiconsum e altre Associazioni Consumatori con il Consiglio nazionale del Notariato, l’organo di rappresentanza politica dei notai.

La Terza Età nel nostro Paese è una forza. Essa rappresenta il 22,6% del totale della popolazione italiana, seconda solo alla fascia di età compresa tra i 15 e i 64 anni con il suo  64%. Tra l’altro, i dati Istat evidenziano non solo che il nostro Paese è il secondo più vecchio al mondo, ma anche che dal 1991 al 2018, gli over 65 son o passati da 8,7 milioni a 13,6 milioni.

Ciò implica l’esigenza di assicurare anche a queste persone modi e strumenti per affrontare e trascorrere un’anzianità e una vecchiaia serena e dignitosa.

Ecco perché nella 15ma pubblicazione della collana “Le Guide per il cittadino” vengono illustrati gli strumenti che permettono di ottenere liquidità di denaro/assistenza anche a chi si trova nella Terza Età.

Mettendo a disposizione beni mobili, immobili (la propria casa) o del capitale, infatti, si può ottenere una liquidità in denaro oppure un’assistenza sia materiale che morale.

 

Liquidità in denaro

Gli strumenti messi a disposizione sono:

  • la rendita vitalizia (a titolo oneroso) dove a fronte della cessione di un bene, l’anziano riceve periodicamente una somma di denaro o altro concordato tra le parti
  • la vendita della nuda proprietà con riserva di usufrutto
  • la vendita della nuda proprietà con riserva di abitazione
  • il prestito ipotecario vitalizio.

 

Assistenza sia morale che materiale

Gli strumenti messi a disposizione sono:

  • il contratto di mantenimento, in cui l’assistenza viene coniugata a seconda delle esigenze della persona anziana
  • il contratto di vitalizio alimentare, in cui un soggetto corrisponde all’anziano alimenti, alloggio, vestiario, cure mediche, ecc,
  • il contratto di vitalizio assistenziale, in cui un soggetto corrisponde prevalentemente  l’assistenza morale ed eventualmente anche un’assistenza materiale
  • la donazione con onere di assistenza o donazione modale, in cui il donatario è tenuto all’adempimento dell’onere solo nella misura del valore del bene che ha ricevuto in dono.

 

Per la Guida integrale, clicca qui

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  • Detrazioni per interventi di risparmio energetico: la guida aggiornata dell’Agenzia delle Entrate

Detrazioni per interventi di risparmio energetico: la guida aggiornata dell’Agenzia delle Entrate

30 Ottobre 2018

Risparmiare l’energia elettrica fa bene al portafoglio: se vuoi ridurre le tasse e ritrovarti con una bolletta più leggera, basta seguire la guida dell’Agenzia delle Entrate.

Con l’ultimo aggiornamento del mese di ottobre, infatti, sono state introdotte alcune novità vantaggiose per chi sta pensando di rendere la propria abitazione eco-friendly.

Ecco alcune cose da sapere:

Scadenze

La Legge di Bilancio 2018 ha prorogato al 31 dicembre 2018 la possibilità di usufruire di una detrazione fiscale del 65% (Irpef o Ires) per gli interventi di riqualificazione energetica degli edifici.

 

Gli interventi

È possibile richiedere la detrazione fiscale per gli interventi di:

  • riduzione del fabbisogno energetico per il riscaldamento
  • miglioramento termico dell’edificio (coibentazioni* – pavimenti – finestre, comprensive di infissi)
  • installazione di pannelli solari
  • sostituzione degli impianti di climatizzazione invernale.

*Si tratta di una tecnica per l’isolamento termico di un edificio

 

Novità introdotte per il 2018: detrazione dal 65 al 50%

Si riducono (passando dal 65% al 50%) le percentuali di detrazione per l’acquisto e la posa in opera di:

  • finestre comprensive di infissi
  • schermature solari
  • acquisto generatori di calore alimentati da biomasse (es. pellet) combustibili

 

 

La detrazione del 65%

È valida per:

  • l’acquisto e la posa in opera di micro-cogeneratori (fino a uno sgravio pari a 100.000 euro) in sostituzione di impianti esistenti, a condizione che l’intervento determini un risparmio di energia primaria, così come definito nell’allegato III del decreto MiSE 4 agosto 2011, pari ad almeno al 20%.
  • la sostituzione di impianti di climatizzazione invernale con impianti dotati di apparecchi ibridi, costituiti da pompa di calore integrata con caldaia a condensazione.
  • le spese sostenute per l’acquisto e la posa in opera di generatori d’aria calda a condensazione.

Le detrazioni per le caldaie a condensazione

Per le caldaie a condensazione esistono due tipi di sgravio a seconda del dispositivo installato:

  • 50% per le caldaie di efficienza media stagionale almeno pari a quella necessaria per appartenere alla classe A
  • 65% per le caldaie che sono di classe “A o superiore e, inoltre, sono dotate di sistemi di termoregolazione evoluti

IMPORTANTE: Sono escluse dalle spese agevolabili quelle sostenute per l’acquisto di caldaie a condensazione con efficienza energetica inferiore alla classe A.

 

Altre detrazioni ancora valide

Per le spese sostenute dal 1° gennaio 2015 al 31 dicembre 2018, è possibile accedere all’agevolazione anche per l’acquisto e la posa in opera di:

  • schermature solari indicate nell’allegato M del decreto legislativo n. 311/2006, fino a un valore massimo della detrazione di 60.000 euro
  • impianti di climatizzazione invernale dotati di generatori di calore alimentati da biomasse combustibili, fino a un valore massimo della detrazione di 30.000 euro.

La detrazione si applica anche per l’acquisto, installazione e messa in opera di dispositivi multimediali per il controllo a distanza degli impianti di riscaldamento, produzione di acqua calda o climatizzazione delle unità abitative, purché siano stati praticati nel periodo compreso tra il 1° gennaio 2016 e il 31 dicembre 2018, garantiscano agli utenti una maggiore consapevolezza dei consumi energetici e permettano un funzionamento più efficiente degli impianti.

 

Condomini

Le detrazioni per interventi che riguardano parti comuni di un condominio o tutte le unità immobiliari che ne fanno parte sono state prorogate fino al 31 dicembre 2022.

Oltre alla detrazione del 70% – 75% (su un totale di spesa pari a 40.000 euro moltiplicato per il numero di unità immobiliari comprese nell’edificio), chi vive nelle zone sismiche 1, 2 o 3 potrà beneficiare di sgravi fiscali nel caso di interventi finalizzati a ridurre il rischio sismico  e precisamente:

  • detrazione dell’80% in caso di passaggio a una classe di rischio inferiore
  • detrazione dell’85% se il rischio sismico si riduce almeno di due classi.

Il limite di spesa, in questi due casi, è pari a 136.000 euro moltiplicato per il numero di unità immobiliari che compongono l’edificio.

 

Chi può usufruire delle detrazioni

Possono accedere alle agevolazioni fiscali:

  • persone fisiche, compresi gli esercenti arti e professioni
  • contribuenti che conseguono reddito d’impresa
  • associazioni tra professionisti
  • enti pubblici e privati che non svolgono attività commerciale
  • istituti autonomi per case popolari
  • cooperative di abitazione a proprietà indivisa per interventi realizzati su immobili dalle stesse posseduti e assegnati in godimento ai propri soci.

 

No Tax Area

Dal 2018 è possibile cedere il credito, corrispondente alla detrazione spettante, anche per gli interventi di riqualificazione energetica effettuati sulle singole unità immobiliari e non solo per quelli sulle parti comuni di edifici condominiali.

In sostanza, chi appartiene alla No Tax area potrà decidere di cedere il proprio credito a privati, compresi gli istituti di credito e gli intermediari finanziari.

 

I Controlli

Da quest’anno chi usufruirà delle detrazioni energetiche dovrà prestare molta attenzione nel conservare i documenti, le dichiarazioni e le certificazioni per i controlli che saranno effettuati dall’ENEA:

  • le verifiche saranno effettuate su un campione di persone che hanno usufruito dei bonus
  • il procedimento di controllo sarà annunciato tramite raccomandata a/r oppure, se disponibile, attraverso posta elettronica certificata (PEC)
  • nella maggior parte dei casi il controllo si baserà sull’esame dei documenti utilizzati per ottenere lo sgravio fiscale
  • solo il 3% del campione verrà coinvolto con verifiche sul luogo di esecuzione degli interventi; in questo caso, riceverai una raccomandata a/e o PEC con un preavviso minimo di 15 giorni dall’intervento.

I consigli per un Halloween da brivido (ma senza pericoli)

29 Ottobre 2018

La notte di Halloween, tradizione anglo-americana che ha finito per conquistare anche gli italiani, è ormai prossima, ma anche dietro ad una festa per grandi e bambini, le insidie non mancano.

L’ultima segnalazione di prodotto pericoloso proveniente dal Sistema europeo di Allerta Rapido per i prodotti non alimentari (RAPEX) riguarda proprio una maschera di Halloween, destinata ai bambini. La maschera di marca sconosciuta, su segnalazione della Polonia, è stata ritirata dal mercato, perché ritenuta responsabile di provocare asfissia, ustioni e soffocamento e non risponde ai requisiti dettati dalla Direttiva di sicurezza dei giocattoli né allo standard europeo EN 71-1. Proveniente dalla Cina, il suo nome è Artykul karnawalowy e il suo codice a barre è 5900851639693.

Ecco, quindi, una serie di consigli su tutto ciò che comporta la festa di Halloween: dolcetti, costumi e decorazioni.

 

Costumi

  • Trucchi mostruosi e lenti a contatto colorate aiutano sì ad assumere un aspetto spaventoso, ma possono anche nascondere sgradevoli sorprese come sfoghi allergici o danni alla vista
  • Accessori come spade, bacchette magiche e forconi giocattolo possono contenere piccole parti che potrebbero staccarsi e venire ingoiate
  • Scherzetti: evita polveri irritanti e spray che potrebbero macchiare i vestiti o peggio provocare problemi alla pelle
  • Compra solo prodotti autorizzati dall’Unione europea, quindi con il marchio CE.

 

I dolcetti

  • Controlla le scadenze: molto spesso i dolciumi non sono e non dovrebbero essere consumati tutti in una sola volta; per questo motivo è consigliabile controllare la data di scadenza e conservare i dolci in maniera adeguata.
  • Preferisci dolci fatti in casa: non contengono conservanti e sono divertenti da preparare; cosa c’è di meglio di qualche biscotto a forma di fantasma o di una classica torta alla zucca?
  • Controlla che i dolci non contengano allergizzanti come frutta secca, latte e uova
  • Per i più piccoli: evita i dolci che possono mettere a rischio le vie respiratorie dei bambini.

 

Decorazioni

  • Non lasciare cavi elettrici in giro: qualcuno potrebbe inciampare e farsi male
  • Usa la zucca, in tutti i sensi! Fai praticare le incisioni da un adulto.
  • Prima di andare a dormire, spegni candele e luminarie dalla presa della corrente.
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  • Riscaldamento: la temperatura giusta nelle varie stanze della casa per risparmiare e stare caldi

Riscaldamento: la temperatura giusta nelle varie stanze della casa per risparmiare e stare caldi

26 Ottobre 2018

Riuscire a tenere la casa al caldo durante il periodo più freddo diventa spesso un’impresa: cerchiamo in tutti i modi di adattare la nostra abitazione alla giusta temperatura, ma ci sembra che il freddo riesca comunque a entrare.

Come se non bastasse, molto spesso finiamo per consumare moltissima energia e inquinare l’ambiente nel disperato tentativo di riscaldare l’appartamento.

 

Qual è il sistema di riscaldamento più efficace?

La scelta, in questo caso, è fortemente influenzata da fattori che dipendono dalla nostra abitazione (es. l’esposizione solare) e dalle nostre abitudini di consumatori; il suggerimento più efficace è quello di affidarsi al proprio tecnico-manutentore che proporrà la soluzione migliore.

 

Come si gestiscono le temperature

Durante l’inverno, la temperatura massima consentita dalla legge è pari a 20 gradi con un margine di tolleranza di 2 gradi. Potresti pensare che due gradi di differenza non siano un granché; in realtà ogni grado di temperatura in più corrisponde ad un aumento dei consumi tra il 5 e il 7%.

DA SAPERE: Chi usa le valvole termostatiche deve sapere che 20 gradi corrispondono al livello 3 della manopola.

È importante ricordare che non tutti gli ambienti necessitano delle stesse temperature: saper trovare il giusto mix di riscaldamento tra stanze permette di risparmiare e passare l’inverno nel migliore dei modi senza sorprese per il portafogli.

  • Nelle camere da letto sarebbe opportuno ridurre la temperatura per questioni legate alla digestione
  • In cucina conviene ridurre il riscaldamento, perché gli elettrodomestici emanano già del calore (es fornelli, forno etc..)
  • In soggiorno e luoghi dove studiamo la temperatura corretta è 20-21 gradi
  • Nei corridoi e negli spazi che non utilizziamo spesso converrebbe ridurre le temperature.

 

Prima di alzare le temperature

Molto spesso ci sembra che la temperatura interna al nostro edificio sia troppo bassa nonostante il riscaldamento sia attivo.

Il problema, infatti, non sta nel nostro sistema di riscaldamento, ma nell’isolamento termico della casa; per risolvere il problema bastano pochi accorgimenti:

  • chiudi bene le finestre
  • esegui un check up termico dell’appartamento: controlla gli spifferi sotto la porta e sotto le finestre che conducono aria fredda nella tua abitazione
  • copri gli spifferi utilizzando gli isolati termici che puoi comprare dal ferramenta o, se preferisci le soluzioni più “rustiche”, puoi realizzare un “salame” paraspifferi utilizzando un calzino e vecchi fogli di giornale.

 

Prima che i termosifoni siano accesi…

Quando la caldaia è chiusa e i termosifoni non emettono ancora calore, è consigliabile regolare la valvola termostatica a 5 in modo da far “spurgare” tutto.

Quando il periodo invernale volge al termine, è consigliabile segnarsi il numero riportato sul termostato: in alcuni casi, l’esposizione al sole potrebbe variare la cifra finale.

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  • Samsung e Apple sanzionati da Antitrust. Che cosa fare prima di scaricare un aggiornamento sul cellulare

Samsung e Apple sanzionati da Antitrust. Che cosa fare prima di scaricare un aggiornamento sul cellulare

25 Ottobre 2018

Multa record per Samsung e Apple, i due produttori di smartphone che sono stati protagonisti di una pratica commerciale scorretta nei confronti dei consumatori.

Il danno subito dai clienti Apple e Samsung non è certo da poco: dopo pochi anni di utilizzo, in molti hanno rischiato di dover buttare via il proprio telefono per via di gravi malfunzionamenti; un virus? No, si trattava di un semplice aggiornamento del sistema operativo/firmware che i due produttori spingevano a scaricare.

In base alle indagini e alle segnalazioni pervenute, l’Antitrust ha fatto chiarezza sulla vicenda.

 

Samsung

A partire dal maggio 2016, Samsung ha insistentemente proposto ai proprietari del telefono Note 4 (sul mercato a partire dal settembre 2014) di scaricare un aggiornamento firmware  predisposto però per un modello più recente –Note 7-, senza informare i consumatori sul fatto che l’aggiornamento avrebbe causato problemi all’hardware del cellulare.

Oltre al danno, si è spesso aggiunta anche la beffa: infatti, nel caso in cui la garanzia sul telefono fosse scaduta, il consumatore avrebbe dovuto pagare di tasca propria per riparare un guasto causato dal produttore.

 

Apple

Anche nel caso di Apple assistiamo a una dinamica molto simile alla prima.

Nel settembre 2016 l’azienda inizia a sollecitare i possessori di iPhone 6 (6/6plus e 6s/6s plus – immessi nel mercato tra l’autunno 2014 e il 2015) chiedendogli di installare un nuovo aggiornamento del sistema operativo iOS 10, sviluppato per il modello iPhone 7.

Anche in questo caso, non è stata fornita alcuna informazione sui problemi legati all’aggiornamento: durata della batteria ridotta, spegnimenti improvvisi e performance limitate.

Nel momento in cui è stato lanciato un nuovo aggiornamento per limitare le problematiche, Apple non ha comunicato che, rispetto al sistema operativo originale, lo smartphone avrebbe comunque registrato problemi di funzionalità.

Inoltre, come fa notare l’Antitrust, “Apple non ha predisposto alcuna misura di assistenza per gli iPhone che avevano sperimentato problemi di funzionamento non coperti da garanzia legale e, solo nel dicembre 2017, ha previsto la possibilità di sostituire le batterie ad un prezzo scontato.”

A tutto ciò va aggiunta anche un’altra violazione del Codice del consumo: Apple non ha fornito ai consumatori le informazioni necessarie sulle caratteristiche essenziali delle batterie al litio e sulle procedure da attuare per sostituirle e mantenerle nel migliore dei modi.

 

Sanzioni

Tenendo conto della gravità delle condotte dei due professionisti, l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha inflitto una multa da 5 milioni di euro a Samsung e due multe da 5 milioni di euro a Apple (una per ogni pratica scorretta).

 

Che fare?

L’utente non ha molto margine di manovra quando riceve la notifica di un nuovo aggiornamento del software del proprio telefonino, però qualcosa può fare.

  • Disinserire l’eventuale l’aggiornamento automatico
  • Leggere attentamente che cosa comporta l’aggiornamento. Se ad esempio c’è qualcosa che va a correggere dei malfunzionamenti allora è il caso di effettuarlo (leggi le altre avvertenze sotto), ma non è necessario procedere a tutti gli aggiornamenti richiesti
  • Verificare di quanta memoria libera ha bisogno l’aggiornamento per essere installato correttamente e in base alla grandezza decidere se installarlo o meno ed informarsi anche per quale modello di telefono l’aggiornamento è compatibile. I software, infatti, si rinnovano continuamente e molto più velocemente di quanto noi cambiamo il nostro telefonino. Un aggiornamento installato su un modello più vecchio ne rallenta il funzionamento.

Manca purtroppo ancora una legislazione che individui chi e come deve controllare la bontà degli aggiornamenti e se dietro a questi si celi oppure no un danno per il consumatore, come accaduto nei casi soprariportati o, peggio ancora, dietro si nasconda un tentativo di obsolescenza programmata, l’escamotage adottato dai produttori/costruttori di costruire prodotti funzionanti per un periodo prefissato, al termine del quale il consumatore si trova costretto, in qualche caso, ad acquistare un nuovo prodotto o un prodotto con maggiori prestazioni. Inoltre, manca una normativa che stabilisca l’obbligo di indicare la durata nel tempo di un prodotto.

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  • 25 ottobre: buon World Pasta Day. Come riconoscere la pasta di qualità e come cucinarla a puntino evitando gli sprechi

25 ottobre: buon World Pasta Day. Come riconoscere la pasta di qualità e come cucinarla a puntino evitando gli sprechi

25 Ottobre 2018

Il World Pasta Day compie il suo 20mo anniversario da quando, nel 1998, fu istituita la giornata mondiale della pasta. Si tratta di un alimento che noi italiani conosciamo molto bene e che, al pari della pizza, rappresenta la bandiera alimentare del nostro Paese.

Ecco alcune cose che potresti non sapere.

Tutti la amano! Un po’ di dati

In base ai dati divulgati da Aidepi, l’Associazione delle Industrie del Dolce e della Pasta Italiane e da Ipo (International Pasta Organization) la pasta è un alimento apprezzato in tutto il mondo:

  • Gli italiani consumano in media 23kg di pasta a testa ogni anno
  • Negli ultimi anni le esportazioni di pasta sono passate da 740mila a 2 milioni di tonnellate
  • I consumatori tedeschi, francesi, inglesi e statunitensi sono quelli che comprano maggiormente pasta italiana
  • In Russia c’è stato un vero e proprio boom delle importazioni dall’Italia: ben 20 mila tonnellate.

 

In molti la copiano (male)

Se durante un viaggio all’estero ti è capitato di passare davanti agli scaffali di un supermercato, avrai potuto notare dei pessimi tentativi di imitazione del nostro prodotto.

Orrori come la pasta in barattolo che non vorremmo mai vedere sulle nostre tavole.

A peggiorare la situazione, ci sono i falsificatori che attribuiscono ai prodotti “taroccati” nomi vagamente italiani, al fine di indurre i consumatori stranieri in errore.

Questo fenomeno è comunemente noto come Italian Sounding.

 

Quali fattori determinano la qualità della pasta?

Esistono alcuni fattori che influenzano la qualità del prodotto finale:

  • materie prime di qualità
  • tecniche di produzione utilizzate (es. essiccatura a basse temperature, trafilatura al bronzo, etc.) conferiscono maggiore qualità al prodotto finale
  • etichette a misura di consumatore che presentino informazioni sul processo produttivo e sulle caratteristiche del prodotto in modo chiaro e comprensibile.

 

Come riconoscere una pasta di qualità?

5 sono gli elementi che indicano una pasta di qualità:

  1. resa/cottura: tanto più la pasta dopo la corretta cottura rimane integra e non incollata, tanto più la sua qualità sarà scarsa
  2. cottura omogenea: se si presentano zone dure (l’interno) e zone molli (l’esterno) significa che la lavorazione non è stata condotta a regola d’arte e che le materie prime utilizzate non sono tra le migliori
  3. elasticità: capacità della struttura di riprendere e mantenere la forma originaria sia quando è libera che ammassata. Questa capacità è indice della presenza di un glutine di qualità e di reidratazione omogenea della pasta
  4. nervosismo: più ci sforza per rompere la pasta con i denti e meglio è. Resistenza al taglio, elasticità e mantenimento di entrambe queste caratteristiche sono sintomo di pasta di qualità
  5. patinosità: è la capacità della pasta di rimanere buona per un tempo lungo.

 

Come cuocere correttamente la pasta e ridurre gli sprechi?

  • Usa l’esatta quantità di acqua necessaria per far bollire un certo quantitativo di acqua: 1 litro ogni 100 g di pasta lunga e 700 ml ogni 100 g di pasta corta
  • Copri la pentola con un coperchio per far bollire l’acqua più rapidamente e risparmiare sul gas
  • Aggiungi il sale solo quando l’acqua ha cominciato a bollire per non rovinare il fondo della pentola.

 

IMPORTANTE: La pasta è salutare. La pasta è un alimento che non contiene conservanti o additivi!

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  • Apertura dei negozi nei giorni festivi: ecco come la pensiamo e cosa abbiamo detto alla X Commissione della Camera dei Deputati

Apertura dei negozi nei giorni festivi: ecco come la pensiamo e cosa abbiamo detto alla X Commissione della Camera dei Deputati

23 Ottobre 2018

Sull’apertura dei negozi nei giorni festivi è in corso un acceso dibattito fra consumatori, lavoratori e commercianti. Dal 2011, a seguito del decreto legge “Salva Italia”, infatti, nel nostro Paese gli orari di apertura e chiusura degli esercizi commerciali sono liberalizzati. Ciò ha portato ad un’apertura dei negozi, soprattutto quelli della Grande Distribuzione Organizzata (GDO) e i centri commerciali, nonché gli outlet, a restare aperti 7 giorni su 7. La liberalizzazione degli orari aveva lo scopo di far crescere i consumi. Peccato però che se, nel contempo, non cresce  il potere d’acquisto delle famiglie, che a sua volta deriva da una ripresa del lavoro e quindi della produzione, la spesa non aumenta. Ed è proprio questo quello che è successo.

La X Commissione della Camera dei Deputati, che si sta occupando di rivedere il “Salva Italia”, ha avviato una serie di audizioni di tutte le forze rappresentative del Paese, dai sindacati alle Associazioni del commercio alle Associazioni dei Consumatori, per rivedere detta disciplina.

 

La nostra posizione

Nel corso della nostra audizione abbiamo espresso la nostra posizione in merito alla luce anche di una serie di effetti diretti e indiretti, tra i quali:

  • scarso ritorno in termini di acquisti domenicali/festivi
  • chiusura di molti piccoli negozi di quartiere
  • deterioramento della qualità del tempo “speso” in famiglia.

 

In estrema sintesi alla Commissione ci siamo espressi per:

  1. un ritorno ad un sistema regolamentato di apertura degli esercizi commerciali
  2. una tutela dei consumatori tesa ad educarli ad un uso responsabile del denaro e ad un consumo consapevole e non al consumismo
  3. una tutela dei piccoli esercizi contrastando la desertificazione dei centri urbani che rendono le nostre strade più insicure.

 

Su come regolamentare gli orari abbiamo altresì chiesto l’apertura di un Tavolo con la partecipazione dei rappresentanti delle Associazioni dei Consumatori, dei Sindacati e delle Associazioni dei Commercianti.

 

Influenza: prevenire è meglio che curare

22 Ottobre 2018

L’influenza è una malattia respiratoria che può assumere varie forme di gravità; febbre, tosse, mal di testa e dolori muscolari sono solo alcuni tra i sintomi più tipici. Per affrontarla, uno degli strumenti è la prevenzione.

Nell’obiettivo di ridurre il contagio, il Ministero della Salute fornisce ogni anno risposte alle domande più frequenti su influenza e prevenzione.

Innanzitutto è bene mettere in pratica le seguenti buone abitudini in grado di ridurre la probabilità di contrarre il virus:

  • lava bene le mani con acqua e sapone, soprattutto se hai frequentato posti affollati come, ad esempio, i mezzi pubblici
  • se stai per tossire, copri naso e bocca con un fazzoletto
  • non toccarti gli occhi, il naso o la bocca con le mani non lavate
  • se stai male, è consigliabile rimanere a casa piuttosto che rischiare di peggiorare la propria situazione o infettare altre persone.

 

Un’altra forma di prevenzione è vaccinarsi.

Il Vaccino anti-influenzale

È consigliato alle seguenti tipologie di persone. Per tali soggetti la vaccinazione è anche gratuita:

  • persone ad alto rischio di complicanze o di ricoveri correlati all’influenza (v. donne al secondo-terzo mese di gravidanza all’inizio della stagione epidemica; soggetti con malattie croniche a carico dell’apparato respiratorio, cardio-circolatorio, sindromi metaboliche, insufficienza renale, tumori, epatopatie croniche, ecc.)
  • persone che possono trasmettere l’infezione a soggetti ad alto rischio
  • soggetti addetti a servizi pubblici di primario interesse collettivo e categorie di lavoratori
  • personale che, per motivi di lavoro, è a contatto  con animali che potrebbero costituire fonte di infezione da virus influenzali non umani
  • donatori di sangue.

Il vaccino antinfluenzale può essere somministrato dai 6 mesi in su, a persone che non presentano controindicazioni al vaccino stesso.

Quando vaccinarsi?

Di norma il periodo utile per vaccinarsi va dalla seconda metà di ottobre fino a fine dicembre; in circostanze eccezionali, il periodo di vaccinazione potrebbe variare.

Dove vaccinarsi?

Puoi farti vaccinare:

  • presso i Servizi di vaccinazione dei Dipartimenti di Prevenzione delle ASL
  • presso i Medici di Medicina Generale
  • presso i Pediatri di libera scelta

Per ulteriori info, clicca qui

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  • Se si è single si spende di meno che in coppia. Scopri se è vero o se è un fake?

Se si è single si spende di meno che in coppia. Scopri se è vero o se è un fake?

18 Ottobre 2018

D’istinto si sarebbe portati a dire che da single la spesa costi di meno rispetto a chi è in coppia, ma non sempre è così, come risulta dalle nostre rilevazioni.

Del resto secondo gli ultimi dati Istat al 1° gennaio 2018, la situazione single/coppie, è di parità. Anzi, se consideriamo anche i divorziati/e e i vedovi/e, i single sono in netta maggioranza.

Uomini

  • i celibi sono il 46,9%
  • i coniugati il 48,2%
  • i divorziati il 2,3%
  • i vedovi il 2,6%

Donne

  • le nubili sono il 38,6%
  • le coniugate il 46,3%
  • le divorziate il 3,2%
  • le vedove l’11,9%.

Ed ora veniamo ai dati della spesa.

Se consideriamo le spese in generale, cioè quelle per l’affitto, l’auto, le bollette e per l’acquisto di prodotti alimentari, cura e igiene della persona e della casa, la differenza di costi ammonta a 110 euro, come testimonia la tabella elaborata da Adiconsum

 

Se scomponiamo la spesa e consideriamo i costi sostenuti per l’acquisto dei soli prodotti alimentari e dei prodotti per la cura e igiene della persona e della casa, vediamo che la differenza è di soli 80 euro, come si evince dalla tabella sottostante

 

Se consideriamo la bolletta della luce, la differenza è di 98 euro.

 

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  • Al via il Censimento permanente dell’Istat su popolazione e abitazioni. Ecco cosa bisogna sapere

Al via il Censimento permanente dell’Istat su popolazione e abitazioni. Ecco cosa bisogna sapere

18 Ottobre 2018

A ottobre è partito il nuovo censimento permanente Istat su popolazione e abitazioni; attraverso i dati raccolti, l’Istituto nazionale di statistica raccoglie informazioni che fotografano le caratteristiche socio-economiche del popolo italiano.

 

Cosa cambia

Quest’anno cambieranno i termini e la metodologia di campionamento: il nuovo censimento avrà cadenza annuale (prima era decennale) e riguarderà solamente una percentuale della popolazione totale (circa un milione e 400 mila).

Questa strategia permetterà di ottenere informazioni più tempestive e, allo stesso tempo, ridurre i costi.

 

Cosa non cambia

Il censimento resta comunque obbligatorio e non compilarlo comporta una sanzione.

 

Come saranno raccolti i tuoi dati

Approfondiamo il modo in cui i cittadini saranno intervistati:

  • chi riceverà la lettera dall’Istat con le credenziali online potrà compilare il modulo via web
  • chi riceverà locandina e lettera con data – ora – nome e cognome del rilevatore dovrà sostenere un’intervista faccia a faccia.La necessità di proteggere la propria privacy

Il Garante della Privacy è intervenuto per chiedere che siano previste modalità alternative all’intervista “porta a porta”.

Secondo l’Autorità, questa specifica metodologia rischia di: “determinare una maggiore ingerenza nella sfera privata degli interessati (…) i quali si troverebbero a dover fornire ad un soggetto estraneo numerose e dettagliate informazioni relative alla propria famiglia e abitazione, pena di sanzione”.

Pur riconoscendo l’importante finalità del censimento – spiega il Garante- è fondamentale che “l’Istat predisponga tutte le garanzie e le misure necessarie e non ancora individuate per conformare il trattamento dei dati alla normativa in materia di protezione dei dati personali”.

 

Altre criticità

Non dovremmo sottovalutare la possibilità che alcuni ladri, spacciandosi per intervistatori Istat, riescano ad entrare nelle case approfittando dell’obbligatorietà del censimento.

L’arrivo del funzionario Istat sarà anticipato da:

  • affissione di locandine negli androni, cortili dei palazzi, abitazioni
  • ricezione di una lettera ufficiale firmata dal presidente dell’Istat
  • consegna di un pieghevole informativo con data dell’intervista, nome del funzionario comunale incaricato e i contatti per ricevere assistenza e chiarimenti.

 

L’intervista

Come chiarito sul sito dell’Istat, la famiglia intervistata può scegliere tra:

  • intervista faccia a faccia presso il proprio domicilio con il rilevatore, che raccoglie su tablet tutte le informazioni
  • autocompilazione del questionario su tablet presso il proprio domicilio, in presenza del rilevatore
  • intervista faccia a faccia presso il Comune con operatore comunale (o con il rilevatore stesso), che raccoglie su tablet tutte le informazioni
  • autocompilazione del questionario presso il Comune su un PC o tablet messo a disposizione dal Comune stesso, in presenza del rilevatore.

Il “bianco” che inganna: Antitrust sanziona Colgate per 500.000 euro

16 Ottobre 2018

Recentemente l’Antitrust ha irrogato una multa da 500.000 euro nei confronti di Colgate per l’utilizzo di claim pubblicitari poco trasparenti.

A finire sotto accusa sono le descrizioni dei prodotti “Expert White” e “Max White-One”, ai quali venivano attribuite caratteristiche di efficacia sbiancante non riconducibili ai prodotti.

Nello specifico, i termini utilizzati nei messaggi pubblicitari fanno riferimento a un ingrediente sbiancante utilizzato dai dentisti che permetterebbe una regressione dell’ingiallimento.

 

Dentifrici sbiancanti VS trattamento professionale

In base a quanto affermato dal Dipartimento di Scienze Clinico Chirurgiche, Diagnostiche e Pediatriche dell’Università degli Studi di Pavia, i dentifrici sbiancanti hanno una funzione di sbiancamento superficiale: in pratica rimuovono le macchie che si depositano sullo smalto dei denti.

Inoltre, specificano gli esperti, vi è una profonda differenza tra il dentifricio sbiancante e un trattamento professionale eseguito da un odontoiatra o igienista dentale:

  • il trattamento professionale utilizza un gel a base di perossido di carbamide (35%), mentre i dentifrici sbiancanti utilizzano sostanze abrasive (Hydrated silica, Calcium carbonate, Dicalcium phosphate dihydrate, Aluminia, Perlite, Sodium bicarbonate), chimiche (Hydrogen peroxide, Sodium citrate, Sodium pyrophosphate, Sodium tripolyphosphate, Sodium hexametaphosphate , Papain), e ottiche (Blu covarine).

 

Università: quali detrazioni Irpef per gli affitti degli studenti fuori sede?

15 Ottobre 2018

Frequentare l’Università è una spesa molto importante del bilancio delle famiglie: oltre alle tasse universitarie e ai libri, infatti, bisogna calcolare tutti i costi di alloggio che riguardano gli studenti fuorisede. Si tratta di cifre rilevanti, soprattutto se parliamo di città dove il costo della vita è più alto.

Per questa ragione esistono delle agevolazioni per gli studenti fuorisede come, ad esempio, la detrazione Irpef del 19% per l’affitto di un appartamento per un tetto massimo di 2.633 euro.

Per rispondere ai dubbi sollevati da una contribuente, l’Agenzia delle Entrate ha fatto chiarezza sull’argomento. Ecco come stanno le cose.

Quali sono i requisiti per beneficiare della detrazione?

Di norma, ai fini della detrazione fiscale, gli studenti sono considerati fuorisede se la distanza tra il Comune di residenza e l’Ateneo è pari o superiore a 100 km.

La Legge di Bilancio 2018, limitatamente al 2017 e al 2018,  ha previsto che, nel caso in cui il Comune di residenza dello studente sia situato in una zona montana o disagiata dal punto di vista dei collegamenti, la soglia minima per essere considerati fuorisede scenda a 50 km, quindi può interessare anche uno studente che frequenta un’Università che si trovi nella sua stessa provincia di residenza, purché sia in zona montana o disagiata.

 

Dati oggettivi

L’Agenzia delle Entrate ha specificato che i parametri per considerare un Comune disagiato devono essere dei dati oggettivi, che dovrà indicare il Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti: il fatto che non esista un collegamento diretto tra il Comune e la sede della facoltà prescelta, ad esempio, non è sufficiente per riconoscere questo status.

 

Online il video n. 6 di EducAzioni

15 Ottobre 2018

È disponibile sul canale YouTube di Adiconsum (Adiconsum Channel) il sesto ed ultimo video di EducAzioni, il percorso didattico online realizzato da Adiconsum, in collaborazione con UniCredit, nell’ambito di Noi&UniCredit il programma di collaborazione con 13 Associazioni Consumatori di rilevanza nazionale avviato nel 2005.

Questo video descrive con linguaggio semplice ed accessibile la funzione dei principali  organi di vigilanza preposti alla regolamentazione e al controllo dei mercati finanziari, dalla Banca Centrale Europea (BCE) alla Banca d’Italia, dalla Consob all’Ivass.

Vi ricordiamo gli argomenti trattati dai precedenti video di EducAzioni che potete trovare, oltre che su YouTube, sui canali Facebook, Twitter e Instagram di Adiconsum e alla pagina www.unicredit.it/associazionideiconsumatori:

  • Video n. 1  – “Come salvaguardare i risparmi”
  • Video n. 2 – “Lasciare i soldi sul conto mi consente di tutelare i miei risparmi?”
  • Video n. 3 – “Cosa vuol dire diversificare perché conviene farlo”
  • Video n. 4 – “Quali sono gli strumenti più comuni per diversificare il portafoglio”
  • Video n. 5 –  “Le parole della finanza”

Troverete inoltre il significato delle “parole della finanza” dalla lettera R alla Z, a completamento delle precedenti pubblicazioni,  sulla bacheca Pinterest di Adiconsum “Il Finanzabolario di EducAzioni”, realizzata con il contributo dei volontari che stanno prestando il Servizio Civile Nazionale presso l’Associazione.

Vi ricordiamo che EducAzioni è anche un’App che può essere scaricata gratuitamente da Apple store o da Google play.

Scaricate l’App EducAzioni

 

EducAzioni ha ottenuto il riconoscimento del “Comitato per la programmazione e il coordinamento delle attività di educazione” ed è stato inserito nel calendario ufficiale del “Mese dell’educazione finanziaria”(link alla pagina del calendario), in corso dall’ 1 al 31 ottobre 2018.

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  • “Peers Say NO”, il progetto sulla proprieta’ intellettuale rivolto ai giovani

“Peers Say NO”, il progetto sulla proprieta’ intellettuale rivolto ai giovani

15 Ottobre 2018

Adiconsum è capofila del progetto europeo, dedicato ai giovani, con focus sui temi della proprietà intellettuale, della contraffazione e dell’educazione alla legalità “Peers say NO”.

 

Il progetto, condotto da Adiconsum, in collaborazione con l’Istituto Comprensivo di Via Micheli (Roma), Consumedia, editore dell’Agenzia di informazione Help Consumatori, e il portale Skuola.net, è cofinanziato da EUIPO-Ufficio dell’Unione europea per la proprietà intellettuale ed ha come obiettivo quello di informare e rendere consapevoli i ragazzi sull’importanza della proprietà intellettuale anzitutto per la sicurezza e la qualità della vita quotidiana, ma anche per la ricerca scientifica e medica, per il progresso tecnologico, per la produzione culturale, la moda, il design, l’intrattenimento.

Senza questa tutela, si corrono pericoli, si perdono posti di lavoro, chiudono le aziende. Ma c’è in gioco un valore ancora più importante: l’educazione alla legalità, che è una parte fondamentale della formazione dei ragazzi. Conoscere e rispettare le leggi, i doveri ed i diritti di ciascuno così come difendersi dagli abusi, sono competenze di importanza strategica per la vita personale e professionale. Le scelte di consumo hanno un risvolto etico ed un impatto individuale e sociale che è fondamentale far comprendere.

“Peers say no” prevede, tra le altre iniziative, anche dei laboratori creativi nelle scuole. Gli incontri si terranno in 10 classi dell’Istituto comprensivo Via Micheli di Roma nei giorni 17,18 e 22 ottobre.

Saranno presentati due video educativi e proposti giochi didattici su pirateria e contraffazione, italian sounding e copyright, anche con un occhio ai social media e ai consumi specifici dei ragazzi in ambito musicale, sportivo, cinematografico, dei giochi e di intrattenimento in generale.

Subito dopo, partiranno le 10 squadre di peer educators nella realizzazione dei loro lavori creativi per diffondere il  messaggio ad altri ragazzi ed altre scuole: realizzeranno interviste, performance di vario tipo, video e lavori grafici, slogan, canzoni ed altro.

Tutto il materiale educativo e formativo del progetto è a disposizione gratuitamente e può essere liberamente consultato, scaricato, riprodotto da tutte le scuole e le famiglie sul sito dedicato www.ioscelgoautentico.net

Per informazioni: progetti@adiconsum.it

Carburanti, cambiano i nomi per benzina, gasolio e metano

15 Ottobre 2018

Per effetto della Direttiva europea 2014/94/UE, recepita in Italia con il DAFI (Directive alternative fuel iniziative), cioè il Decreto legislativo di recepimento della direttiva, dal 12 ottobre sono cambiati i nomi dei carburanti.

L’intento della Direttiva era quello di regolamentare le misure necessarie atte a garantire la costruzione di infrastrutture per i combustibili alternativi e di colonnine di ricarica per i veicoli elettrici.

Le nuove sigle che affiancheranno i nomi tradizionali forniranno maggiori informazioni ai consumatori sul tipo di carburante utilizzato e, allo stesso tempo, utilizzeranno un linguaggio immediato e valido in tutto il territorio dell’Unione con l’aggiunta di Serbia, Svizzera, Macedonia e Turchia.

Le etichette compariranno sia sul distributore del carburante che sulla pistola della benzina.

Ecco quello che devi sapere:

 

Benzina (E)

La lettera E posta su un’etichetta circolare indicherà la benzina; accanto al nuovo simbolo sarà presente una cifra che indicherà la percentuale di etanolo presente nel carburante.

In realtà questa indicazione non ci riguarderà direttamente poiché l’etanolo non è utilizzato nel nostro Paese, ma potrebbe essere importante per i pendolari transfrontalieri.

  • E5 = fino al 5% di etanolo
  • E10 = fino al 10% di etanolo
  • E85 = fino all’85% di etanolo.

Gasolio (B o Xtl)

Con la lettera B sarà indicato il gasolio, ad eccezione del gasolio sintetico che riporterà la sigla (XTL).

L’etichetta per questo carburante sarà di forma quadrata.

Anche in questo caso esistono diverse varianti in base al contenuto di diesel ecologico:

  • B7 = biodiesel fino al 7%
  • B10 = biodiesel fino al 10%
  • XTL = gasolio sintetico.

Carburanti gassosi (H2, CNG, LPG, LNG)

I carburanti gassosi saranno riconoscibili da un’etichetta a forma di rombo sulla quale saranno poste le sigle corrispondenti al tipo di carburante:

  • H2 = Idrogeno
  • CNG = Gas naturale compresso
  • LPG = Gas di petrolio liquefatto
  • LNG = Gas naturale liquefatto.

Tutti i nuovi veicoli immatricolati dal 12 ottobre 2018 avranno sul tappo o sullo sportello del serbatoio, sul manuale di uso e manutenzione, l’indicazione dell’etichetta del carburante da utilizzare.

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  • Seggiolini per auto, come sceglierli. Consigli per far viaggiare in sicurezza i bambini

Seggiolini per auto, come sceglierli. Consigli per far viaggiare in sicurezza i bambini

11 Ottobre 2018

La sicurezza stradale è importante, soprattutto se viaggiamo con dei bambini. Per questo la scelta dei seggiolini per auto è fondamentale per assicurare che il viaggio sia confortevole e sicuro anche per i passeggeri più piccoli.

Sei pronto a partire in viaggio con tuo figlio/nipote?

Scoprilo subito!

 

1) Scegli il seggiolino giusto

Non tutti i seggiolini sono uguali: no, non ci stiamo riferendo alle varie marche presenti sul mercato, ma ai vari gruppi di seggiolini classificati in base al peso (regolamento ECE R44).

  • Gruppo 0: fino a 12 kg (12 mesi circa). Orientato trasversalmente sul sedile posteriore
  • Gruppo 0+: fino a 13 kg (24 mesi circa). Contrario al senso di marcia sul sedile posteriore
  • Gruppo1: da 9 a 18 kg (da 9 mesi a 4 anni circa). Orientato nel senso di marcia sul sedile posteriore
  • Gruppo 2: da 15 a 25 kg (da 3 a 6 anni circa). Orientato nel senso di marcia sul sedile anteriore/posteriore
  • Gruppo 3: da 22 a 36 kg ( da 5 anni a 12 anni circa). Orientato nel senso di marcia sul sedile anteriore/posteriore

È importante che al momento della scelta del seggiolino sia presa in considerazione anche l’altezza del bambino (per sicurezza fai sempre riferimento all’etichetta di omologazione).

Ricorda, inoltre, che fino a 15 mesi di età è obbligatorio installare i seggiolini in senso contrario alla marcia.

2) Mai in braccio!

Non importa quanto possa essere breve il tuo tragitto in macchina; prima di partire, assicura sempre il bambino al seggiolino.

Si tratta di spendere pochi minuti del tuo tempo per poi viaggiare con maggior serenità e senza rischi.

3) Controlla l’etichetta di omologazione

Si tratta di uno strumento che ti permette di verificare immediatamente le specifiche del seggiolino e la normativa di riferimento (UNECE44 o UNECE129).

Prima di acquistare un sistema di ritenuta, assicurati che abbia tutte le carte in regola; ricordati che non tutti i seggiolini sono universalmente compatibili: se utilizzano il sistema di fissaggio ISOFIX, allora possono essere installati solamente su veicoli predisposti.

4) Disattiva l’airbag

Puoi montare il seggiolino sul sedile anteriore dell’auto solo se questa dispone di un sistema per disattivare l’airbag dal lato del passeggero.

5) Allaccia le cinture di sicurezza

Una regola abbastanza scontata, ma che non va assolutamente trascurata: assicurare il bambino al seggiolino tramite cinture di sicurezza è fondamentale per garantirne l’incolumità.

6) Giocattoli durante il viaggio

Durante un viaggio è consigliabile che il bambino abbia sotto mano solamente giocattoli di peluche al posto di quelli in plastica; in questo modo, anche in caso di brusca frenata, non c’è pericolo che si faccia male con il pupazzo.

Per questa stessa ragione è molto importante evitare i lecca-lecca durante il viaggio, è molto meglio conservarli per la fine del tragitto!

Adiconsum a Fa’ la cosa giusta! Umbria

9 Ottobre 2018

Dal 12 al 14 ottobre, Adiconsum partecipa a Fa’ la cosa giusta! Umbria, la fiera del consumo critico e degli stili di vita sostenibili, dedicata al Centro Italia giunta alla sua V edizione, quale costola dell’omonima fiera nazionale, organizzata dalla casa editrice Terre di mezzo, che si tiene, ormai da quindici anni, a Milano.

Adiconsum, impegnata fortemente nella promozione e nello sviluppo della sostenibilità in tutte le sue declinazioni e dell’economia circolare, sarà presente con un proprio stand, dove tutti i consumatori potranno trovare i materiali informativi prodotti dall’Associazione.

IMPORTANTE: l’iscrizione all’Associazione presso lo stand Adiconsum costa solo 5 euro!

Venite a conoscerci!

Venerdì 12, Sabato 13 e domenica 14
a Umbria Fiere

Ci trovate al Padiglione 9 Stand E30

 

#FacciamoCrescereTutele

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  • Soldi persi in azioni/obbligazioni delle 4 banche e banche venete: operativo dal 1° aprile il Fondo rimborsi

Soldi persi in azioni/obbligazioni delle 4 banche e banche venete: operativo dal 1° aprile il Fondo rimborsi

9 Ottobre 2018

Sarà istituito il 1° gennaio 2019 il Fondo per i rimborsi ai risparmiatori che hanno perso i loro soldi con le azioni e obbligazioni delle 4 banche (Banca Marche, Banca Etruria, CariFerrara e CariChieti) e delle banche venete, Veneto Banca e Banca Popolare di Vicenza. È questo l’ultimo aggiornamento in merito a questa ennesima vicenda di risparmio tradito.

Il Fondo annunciato dal Governo, si alimenterà con i soldi che arriveranno dalla prescrizione dei conti dormienti e sarà operativo dal 1° aprile 2019.

I consumatori potranno inviare la domanda di rimborso entro il 30 aprile 2019.

Per saperne di più:

Online il video n. 5 di EducAzioni

8 Ottobre 2018

Tra accessi all’app, tweet e retweet, like su facebook,  visualizzazioni su YouTube, Instagram e Pinterest prosegue il percorso online di educazione finanziaria EducAzioni, realizzato da Adiconsum in collaborazione con UniCredit, nell’ambito di Noi&UniCredit, il programma di collaborazione con 13 Associazioni dei Consumatori di rilevanza nazionale. Arriva infatti il video educational n. 5 che vi consentirà di scoprire il significato delle “parole della finanza” ovvero di termini come KIID, indicizzazione o High Yield.

Potrete trovare ulteriori “parole” nella bacheca Pinterest “Il Finanzabolario di EducAzioni”, disponibile sull’account di Adiconsum, dove sono già sono presenti i termini dalla A alla Q.

 

 

Cliccate qui per vedere il video n. 5 e buona visione!

Per seguire il corso online “EducAzioni” è sufficiente scaricare gratuitamente l’App “EducAzioni” da Apple store o da Google play.

Scarica l’app EducAzioni

Abbiamo inoltre il piacere di comunicare che EducAzioni ha ottenuto il riconoscimento del “Comitato per la programmazione e il coordinamento delle attività di educazione” ed è stato inserito nel calendario ufficiale del “Mese dell’educazione finanziaria”,  in corso dall’ 1 al 31 ottobre 2018.

AGCOM rinvia la “libertà di modem” al 2019 e il consumatore paga…

5 Ottobre 2018

L’Autorità per le garanzie nelle Comunicazioni  ha prorogato a fine dicembre il diritto dei consumatori di scegliere liberamente il proprio modem e di non essere vincolati a prendere quello messo a disposizione dall’operatore nel momento della sottoscrizione di un contratto di adsl/fibra, con un aggravio per le tasche dei consumatori.

Tanto per fare due conti…

I consumatori pagano per il noleggio del modem (a parte rare eccezioni che lo mettono a disposizione gratuitamente), da 70,20 Euro a 187,20 Euro (con vincoli che variano da 36 a 48 mesi), quando un modem, simile a quello forniti dagli operatori telefonici, sul mercato costa mediamente da 32,99 Euro a 86,99 Euro.

Adiconsum, in un comunicato, ha espresso la propria contrarietà alla decisione dell’Autorità di prorogare l’entrata in vigore della libertà di modem: poiché l’AGCOM si era espressa sulla vicenda ad agosto, a nostro avviso, gli operatori avevano tutto  il tempo per adeguarsi. Tra l’altro,  il rinvio viola il diritto dei consumatori sancito dal 2016 dalla normativa europea sulla neutralità della rete.

Auspichiamo che i gestori si facciano trovare pronti alla prossima scadenza di dicembre 2018, senza scorrettezze o escamotage.

Intanto, però, i consumatori pagano…

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  • Incontro Associazioni Consumatori-Poste Italiane su Fondo Europa Immobiliare 1: i risparmiatori riavranno l’intero capitale netto investito

Incontro Associazioni Consumatori-Poste Italiane su Fondo Europa Immobiliare 1: i risparmiatori riavranno l’intero capitale netto investito

4 Ottobre 2018

I risparmiatori che hanno investito nel Fondo Europa Immobiliare 1recupereranno, in modalità diverse, l’intero capitale netto investito, un risultato unico nel panorama del risparmio gestito.

Questo il risultato ottenuto grazie al lavoro di Adiconsum con Poste Italiane.

Le modalità

Due le modalità per il recupero delle somme investite:

i risparmiatori ultra80enni e coloro che versano in condizioni socio economiche disagiate recupereranno il capitale in contanti sul proprio conto corrente

gli altri risparmiatori riceveranno il capitale sotto forma di una polizza vita della durata quinquennale, al termine della quale Poste avrà versato la cifra investita che altrimenti sarebbe andato persa.

Come per il Fondo Irs, il lavoro di Adiconsum ha permesso di far riconoscere al risparmiatore il valore nominale originario della quota sotttoscritta.

Adiconsum chiede pertanto a Poste Italiane di attivare al più presto la procedura della conciliazione paritetica al fine di valutare e risolvere i casi delle famiglie a basso reddito o che comunque si trovano in condizioni economiche difficili alla luce dei seguenti criteri:

presenza di non autosufficienza

perdita del lavoro o fine della cassa integrazione

soglia ISEE.

Adiconsum chieda a Poste Italiane di investire nell’accrescimento delle conoscenze e della consapevolezza del risparmiatore nel momento in cui investe i propri risparmi, coinvolgendo le Associazioni dei Consumatori, ed auspica che questo accordo sia seguito anche da altre aziende per vicende simili.

Nuovo Iban per la Postepay Evolution: tutto quello che devi sapere!

4 Ottobre 2018

Dal 1° ottobre, le carte Postepay Evolution hanno cambiato numero Iban; questo significa che per accreditare stipendi e pagamenti sul conto ad esse collegato sarà necessario comunicare al proprio datore di lavoro i nuovi estremi.

Molto probabilmente ti starai chiedendo perché il tuo numero Iban è stato modificato.  La risposta è che Poste Italiane ha deciso di trasferire il settore dei servizi di pagamento da Bancoposta alla società PosteMobile S.p.a..

Un cambiamento minimo dal punto di vista societario, non così per i consumatori che si ritroveranno a dover fare i conti con il nuovo Iban.

Ecco alcune cose da ricordare per non farsi cogliere impreparati!

 

Accredito dello stipendio

Se lo stipendio ti viene accreditato sulla Postepay Evolution, sarà necessario comunicare al tuo datore di lavoro il nuovo codice che ti è stato comunicato da Poste.

 

Bonifici e postagiro

Nonostante il nuovo Iban sia già operativo al 100%, i bonifici Sepa e i Posta Giro in entrata saranno reindirizzati direttamente al nuovo Iban per poter garantire una continuità di servizio.

Attenzione! Questo servizio automatico sarà valido solamente per un periodo non inferiore a 12 mesi: questo significa che entro quella data, devi far in modo che chi ti invia i pagamenti conosca le tue nuove coordinate.

 

Pagamento delle bollette

Nel caso le bollette ti siano addebitate automaticamente sul conto, dovrai comunicare ai fornitori del servizio il nuovo Iban.

Il cambiamento non prevede alcuna interruzione del servizio; inoltre le condizioni economiche e contrattuali resteranno le stesse.

 

App Postepay con più funzionalità

Con la chiusura definitiva di SIMply BancoPosta, servizio accessorio al Conto BancoPosta  e alla carta Postepay, l’app di Postepay si arricchirà di nuovi servizi che andranno ad aggiungersi a quelli preesistenti.

 

Se non hai ricevuto la lettera di Poste

Se possiedi una carta Postepay Evolution e non hai ricevuto la lettera di Poste Italiane relativa al nuovo Iban, contatta subito il call center di Poste per segnalare il problema; ti ricordiamo che se hai bisogno di aiuto puoi rivolgerti alle sedi territoriali Adiconsum per ricevere assistenza.

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  • Soldi persi in azioni/obbligazioni delle 4 banche e banche venete: istruzioni per chiedere i rimborsi

Soldi persi in azioni/obbligazioni delle 4 banche e banche venete: istruzioni per chiedere i rimborsi

3 Ottobre 2018

Buone notizie per i risparmiatori che hanno perso i propri soldi investendoli in titoli delle 4 banche in risoluzione (Banca Marche, Banca Etruria, CariFerrara e CariChieti) e delle banche venete in liquidazione coatta amministrativa (Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca).

Il Decreto Milleproroghe ha, infatti, stabilito che ai risparmiatori, che hanno ricevuto o riceveranno entro il prossimo 30 novembre una pronuncia favorevole dell’Arbitro per le controversie finanziarie (Acf), verranno erogati rimborsi pari al 30% di quanto liquidato dall’Arbitro con un tetto massimo di 100.000 euro.

In applicazione del Milleproroghe, la Consob ha, quindi, reso nota sul proprio sito la procedura per la richiesta dei rimborsi.

Cosa fare

I risparmiatori che avevano investito i propri risparmi in titoli delle 4 banche e delle banche venete, in possesso già di una pronuncia favorevole dell’Acf o che ne entreranno in possesso entro il 30 novembre prossimo venturo, dovranno fare domanda compilando l’apposito Modulo.

A chi inviare il Modulo

Il modulo debitamente compilato va inviato alla Consob, preferibilmente in via informatica, o cartacea, secondo le seguenti modalità:

  • per via informatica: all’indirizzo mail: istanzaristoro@pec.consob.it (accessibile anche dagli indirizzi mail che non sono pec)
  • per via cartacea: all’indirizzo: Consob, Via G.B. Martini n. 3, 00198 Roma

 

All’oggetto delle comunicazioni dovrà essere apposta la seguente dicitura:

“istanza di ristoro – nome e cognome dell’istante – ricorso n. xx – decisione n. xx”.

Chi può inviare il Modulo

La domanda potrà essere presentata solo dopo che la pronuncia è stata pubblicata sul sito dell’Acf e solo dai ricorrenti o dai loro rappresentanti legali. Non potranno essere delegati procuratori.

 

Inoltre, le domande potranno essere presentate anche dai risparmiatori con pronuncia favorevole dell’Acf che hanno investito i propri soldi in Banca Nuova e Banca Apulia, le controllate della Banca Popolare di Vicenza e di Veneto Banca. 

Online il video n. 4 di EducAzioni

3 Ottobre 2018

Tra accessi all’app, tweet e retweet, like su facebook,  visualizzazioni su YouTube, Instagram e Pinterest prosegue il percorso online di educazione finanziaria EducAzioni, realizzato da Adiconsum in collaborazione con UniCredit, nell’ambito di Noi&UniCredit, il programma di collaborazione con 13 Associazioni dei Consumatori di rilevanza nazionale. Arriva infatti il video educational n. 5 che vi consentirà di scoprire il significato delle “parole della finanza” ovvero di termini come KIID, indicizzazione o High Yield.

Potrete trovare ulteriori “parole” nella bacheca Pinterest “Il Finanzabolario di EducAzioni”, disponibile sull’account di Adiconsum, dove sono già sono presenti i termini dalla A alla Q.

 

 

Cliccate qui per vedere il video n. 4 e buona visione!

Per seguire il corso online “EducAzioni” è sufficiente scaricare gratuitamente l’App “EducAzioni” da Apple store o da Google play.

Scarica l’app EducAzioni

Abbiamo inoltre il piacere di comunicare che EducAzioni ha ottenuto il riconoscimento del “Comitato per la programmazione e il coordinamento delle attività di educazione” ed è stato inserito nel calendario ufficiale del “Mese dell’educazione finanziaria”,  in corso dall’ 1 al 31 ottobre 2018.

Come sapere se il tasso che ti stanno applicando è usurario o no?

2 Ottobre 2018

Quando si chiede un finanziamento sia esso il mutuo per l’acquisto di una casa, un prestito contro la cessione del quinto dello stipendio o della pensione, un leasing per l’acquisto di un veicolo, ecc., ci viene applicato un tasso di interesse da pagare a fronte del prestito che ci viene concesso, ma c’è un limite oltre il quale il tasso non ci può essere addebitato. Tale limite si chiama tasso soglia, superato il quale l’interesse che ci viene chiesto non è più un tasso legale, ma un tasso usurario.

Questi tassi soglia sono stabiliti ogni tre mesi dalla Banca d’Italia. Il 1° ottobre sono entrati in  vigore quelli di riferimento fino al 31 dicembre 2018.

Facciamo un esempio pratico. Se in questi tre mesi chiediamo un mutuo a tasso fisso, il TEGM, cioè il Tasso Effettivo Globale Medio che la banca/intermediario ci potrà addebitare, non dovrà superare il 7,1875%; in caso di tasso variabile il 6,8500%.

Per conoscere i tassi relativi alle altre operazioni di credito, riportiamo di seguito, la tabella pubblicata dalla Banca d’Italia di tutti i TEGM e i tassi soglia in vigore fino al 31 dicembre 2018.

Tassi Usura
Tassi Usura

 

Luce e Gas: l’Autorità congela gli oneri, ma la bolletta salirà comunque

1 Ottobre 2018

Sarà un inverno dispendioso sotto il profilo della bolletta della luce e del gas.

Dal 1° ottobre, infatti, e fino al 31 dicembre 2018, i costi delle forniture subiranno un’impennata rispettivamente del +7,6% e del 6,1%.

Per evitare che all’aumento dei costi si aggiunga quello degli oneri di sistema, l’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente (ARERA) ha prolungato il blocco degli oneri generali di sistema per questo trimestre.

Una buona iniziativa, ma è inevitabile che le famiglie risentiranno comunque degli aumenti, nuove spese che eroderanno il potere d’acquisto dei cittadini.

Per giunta tutto avviene proprio nel periodo in cui c’è un maggior bisogno d’illuminazione e di riscaldamento.

L’Autorità ha spiegato che gli aumenti sono dovuti ad una molteplicità di fattori tra cui:

  • i prezzi delle materie prime energetiche
  • l’aumento dei prezzi per il gas trasportato via mare
  • l’aumento delle “tasse” per l’emissione di anidride carbonica a carico dei produttori di energia
  • lo stop totale/parziale di alcuni reattori nucleari in Francia.

Con l’arrivo dei rincari diventa ancora più importante riuscire a ottimizzare al massimo l’uso della corrente.

Leggi quali “trucchi” usare per ridurre il costo della bolletta.

Energia elettrica: i trucchi per ridurre la bolletta

1 Ottobre 2018

Risparmiare energia permette di ridurre il costo della bolletta. è molto importante.

Oggi vogliamo fornirti alcuni consigli pratici che ti permetteranno di beneficiare fin da subito del risparmio energetico.

Se seguirai questi consigli, quando vedrai l’importo della tua prossima bolletta capirai l’impatto di una buona gestione energetica.

Soldi risparmiati per te, meno inquinamento per l’ambiente.

Ecco i consigli per ridurre la bolletta:

  • Spegni le luci quando non sono necessarie

Ti sorprenderebbe sapere quanta energia si spreca dimenticando accesa una lampadina!

  • Usa le lampadine al LED

Se ti stai chiedendo perché conviene acquistare le lampadine LED, la risposta è molto semplice: durano di più e consumano meno. Ciò significa che sul lungo periodo risparmierai sulla bolletta.

Tra l’altro molti modelli di lampadine alogene non sono più in commercio.

  • Utilizza elettrodomestici ad alto risparmio energetico (classe A o superiore)
  • Usa bene la lavatrice…

Non utilizzando il programma di prelavaggio, scegli programmi a basse temperature e utilizza l’elettrodomestico solo a pieno carico, evita l’asciugatura automatica dei capi.

  • …e il frigo

Non lasciare aperto lo sportello per troppo tempo, regola il termostato in una posizione intermedia, non introdurre cibi tiepidi o caldi.

  • Standby? No, grazie

Lasciare apparecchiature elettroniche in standby (con la luce rossa accesa) spreca molta energia, in particolare ricordati di spegnere il modem quando non ne hai bisogno.

Stessa cosa per il caricabatterie del tuo smarphone: se non lo stai usando, stacca la spina.

  • Condizionatori/climatizzatori

Se possibile, evita di usare troppo questi strumenti visto che consumano molta energia, soprattutto durante il periodo estivo.

In molti casi è meglio uscire all’aria aperta in qualche parco, andare in piscina o al mare piuttosto che ripararsi dal caldo in casa.

  • E se non fosse necessario?

In molti casi utilizziamo troppo degli elettrodomestici che non sono veramente indispensabili. I bollitori elettrici, ad esempio, consumano molta energia.

 

Vedi Infografica
Infografica-Energia

 

Ottobre 2018: le date da ricordare

1 Ottobre 2018

Dallo stop dei veicoli diesel più inquinanti alle rimodulazioni contrattuali, ecco tutte le date da segnarsi sul calendario per il mese di ottobre:

 1 ottobre

  • Nuove tariffe luce e gas dal 1° ottobre- 31 dicembre 2018
  • Nuovi tassi usura in vigore dal 1° ottobre- 31 dicembre 2018
  • Nuovo Iban per Poste pay Evolution
  • Stop euro 3 in Lombardia Veneto ed Emilia Romagna, Euro 4 in Emilia Romagna e divieto di utilizzo camini e stufe
  • Rottamazione/Definizione agevolata cartelle esattoriali. Ultimo giorno utile per effettuare il pagamento della 5a e ultima rata della prima rottamazione e della 2a rata della rottamazione bis
  • Mese dell’educazione finanziaria

5 ottobre

  • Rimodulazione Wind Infostrada per adsl e fibra

10 ottobre

  • Contributi colf Inps

18 ottobre

  • Airbnb ha promesso di apportare le modifiche chieste dall’Ue (trasparenza su prezzo prenotazioni, spese extra…) entro questa data.

25 ottobre

  • Modello 730 integrativo –termine ultimo per presentarlo al Caf per correggere quello già presentato.

31 ottobre

  • I provider internet dovranno adeguarsi alla delibera Agcom su modem libero (adeguamento offerte e comunicazioni commerciali)
  • Termine ultimo per accedere ai bonus treni sovraregionali per gli abbonamenti mensili e annuali già scaduti.

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